Ieri chiedevamo di discutere con la Regione e con i parlamentari del futuro: di chi e quando metterà le altre risorse per risolvere i problemi aperti dall’alluvione di Marzo 2011. Abbiamo già avuto la risposta: il parlamento beffa gli alluvionati di Puglia e Basilicata
Metaponto, 3 gennaio 2012. Ieri pomeriggio, stavamo per spedire due delle tre lettere che abbiamo annunciato in conferenza stampa a Matera: quella al Presidente De Filippo per chiedere un incontro urgente del tavolo e definire la soluzione dei problemi aperti e quella ai parlamentari eletti in Basilicata per valutare con loro come andare avanti nel percorso di individuazione delle risorso ulteriori necessarie (che noi stimiamo in circa 50 milioni di Euro per risolvere i problemi aperti sul territorio alluvionato e per i risarcimenti danni) e stavamo per preparare la conferenza stampa in Puglia per annunciare le prossime mosse del Comitato. Ma ci siamo fermati.
Abbiamo ricevuto una telefonata da Roma e abbiamo letto con incredulità l’ultima Gazzetta Ufficiale pubblicata: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita’ 2013). In particolare abbiamo letto il comma 290 dell’articolo 1 (vedi sotto al testo di questo comunicato).
Scopriamo, così, un emendamento dell’ultima ora (di quelli che si realizzano con tutti i parlamentari che si precipitano a perorare le ragioni del proprio elettorato e ad infilare tutto quello che è possibile) ha integrato il fondo a disposizione degli interventi per le alluvioni di oltre cento milioni di Euro per i prossimi tre anni. Bene, dunque?
Poi abbiamo letto a quali territori vengono destinati gli interventi:
“….. per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi dal dicembre 2009 al gennaio 2010 in Liguria e in Toscana, dagli eventi alluvionali verificatisi dal 31, ottobre al 2 novembre 2010 in Veneto, dalle eccezionali avversita’ atmosferiche verificatesi nei mesi di febbraio e di marzo 2011 e il giorno 22 novembre. 2011 nel territorio della provincia di Messina, dagli eventi alluvionali verificatisi nel marzo 2011 nelle Marche, dalle eccezionali precipitazioni nevose verificatesi nel febbraio 2012 nelle Marche e nell’Emilia-Romagna, nonche’ dal sisma verificatosi il 26 ottobre 2012 in Calabria e Basilicata e dagli eventi alluvionali verificatisi in Piemonte nel marzo e nel novembre 2011, ed in Toscana ed in Umbria nel novembre 2012….”
Dunque l’alluvione di Puglia e Basilicata del Marzo 2011 (che è richiamata per le Marche) semplicemente scompare, non c’è. Una beffa clamorosa contro cui gridiamo tutta la nostra indignazione. Ieri ci chiedevamo come reperire le risorse necessarie a risolvere i problemi ancora aperti e indicavamo nella strada già tracciata, quella utile: il Parlamento ci metta una parte e la Regione un’altra. Del resto così abbiamo ottenuto i primi risultati: 7 milioni dal Parlamento e 8,5 dalla Regione Basilicata prima 3 milioni dal Parlamento e 1,6 per la Puglia poi.
Questa avrebbe dovuto essere la strada cui avremmo voluto chiamare tutti a lavorare fidando sull’interesse ed il coinvolgimento di tutti. Evidentemente, però, così non è: dobbiamo prendere atto che se i cittadini non premono tutti i giorni (con o senza i forconi) le istituzioni, c’è sempre qualcosa di più importante da fare e, dunque, accade (ancora una volta) che Puglia e Basilicata sono “dimenticate” dai provvedimenti e che, ancora una volta, i cittadini dovranno farsi carico dell’ennesima fase di mobilitazione e di sacrificio perchè sia ristabilito quello che è dovuto.
NON LO PERMETTEREMO
Gianni Fabbris a nome del Comitato per la Difesa delle Terre Joniche ha dichiarato: “Il Governo ha trenta giorni per adottare il decreto attuativo: i due presidenti delle regioni si facciano sentire immediatamente perchè sia corretto ciò che il parlamento non ha saputo fare. Chiediamo un incontro urgente con il Commissario De Filippo che, oggi più di ieri si impone, ed un incontro altrettanto urgente con il Presidente Vendola. Domani saremo a Potenza per avere risposte dal Presidente della Regione Basilicata ed oggi stesso ci muoviamo per fare lo stesso con il Presidente Vendola di cui daremo conto nei prossimi giorni nella Conferenza stampa che faremo a Taranto. Chiediamo anche un incontro urgente ai segretari di tutte le forze politiche: i loro candidati dovranno chiedere il voto, noi stiamo preparando i manifesti con cui saremo comunque presenti in questa campagna elettorale. Ci sarà pubblicato il testo della legge con cui la Puglia e la Basilicata sono privati delle risorse per risolvere le alluvioni di Marzo e i nomi e le sigle politiche di chi li ha votati.”
Questo il testo del comma della legge di stabilità che sancisce l’esclusione di Puglia e Basilicata dai benefici del fondo per le alluvioni:
LEGGE 24 dicembre 2012 , n. 228
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita’ 2013).
In (GU n. 302 del 29-12-2012 – Suppl. Ordinario n.212)
Articolo 1 comma 290
L’autorizzazione di spesa relativa al Fondo di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 142,convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 1991, n. 195, e’incrementata di 47 milioni di euro nell’anno 2013, di 8 milioni nel 2014 e di 50 milioni nel 2015, per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi dal dicembre 2009 al gennaio 2010 in Liguria e in Toscana, dagli eventi alluvionali verificatisi dal 31, ottobre al 2 novembre 2010 in Veneto, dalle eccezionali avversita’ atmosferiche verificatesi nei mesi di febbraio e di marzo 2011 e il giorno 22 novembre. 2011 nel territorio della provincia di Messina, dagli eventi alluvionali verificatisi nel marzo 2011 nelle Marche, dalle eccezionali precipitazioni nevose verificatesi nel febbraio 2012 nelle Marche e nell’Emilia-Romagna, nonche’ dal sisma verificatosi il 26 ottobre 2012 in Calabria e Basilicata e dagli eventi alluvionali verificatisi in Piemonte nel marzo e nel novembre 2011, ed in Toscana ed in Umbria nel novembre 2012. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le risorse di cui al presente comma sono ripartite tra gli interventi indicati nel primo periodo.