Segue la lettera inviata alla Regione Basilicata:
Pregiatissimi,
Vi scrivo a nome del Comitato per la difesa delle TerreJoniche, costituito all’indomani delle esondazione dei fiumi del 2 Marzo scorso in maniera unitaria fra i cittadini ed una serie di associazioni pugliesi e lucane, per esprimere tutto il sostegno del Comitato e dell’Associazione Altragricoltura che coordino, alle iniziative che vorrete assumere contro ogni ostacolo istituzionale e politico dovesse frapporsi al diritto delle aziende e dei cittadini lucani di avere riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni ed alla messa in sicurezza del territorio.
Bene, dunque, ogni azione rivolta ad impugnare le norme irresponsabili che introducono la “tassa sulle disgrazie” soprattutto se assunte dal massimo livello regionale, luogo della rappresentanza di tutti i cittadini lucani e se sostenute, come auspichiamo, da tutte le parti politiche presenti in Consiglio nello spirito di rafforzare il massimo dell’unità delle comunità colpite.
Questa iniziativa, cui non mancheremo di dare ogni sostegno, è un importante segnale di impegno per quelle comunità e per tutto il tessuto sociale ed economico del territorio interessato già provato da una crisi sociale ed economica ben prima ed oltre l’effetto degli eventi calamitosi che pretende misure e risorse capaci di evitare il tracollo.
Abbiamo denunciato in questi giorni come il rischio grande per le aziende colpite, soprattutto agricole ma anche del turismo, sia il ricorso all’usura per l’incapacità di far fronte ad una ripresa delle attività sconvolte dagli eventi calamitosi con risorse proprie ed in assenza di azioni e misure efficaci sul versante delle disponibilità finanziarie e di sospensione dei pagamenti.
Misure che, con ogni evidenza, non possono attendere i tempi dei ricorsi e della contestazione di incostituzionalità della norma prevista sul mille proroghe.
Crediamo ci sia bisogno di una iniziativa ampia ed unitaria nei confronti del Governo nazionale per far valere le ragioni di una Regione che contribuisce con le sue risorse energetiche al bilancio nazionale e che pretende che i suoi cittadini siano considerati nella pienezza dei loro diritti a cominciare da quelli al lavoro, alla produzione ed alla tutela del territorio e crediamo, anche, che vada percorsa ogni via possibile anche oltre quello che il Governo Nazionale non dovesse rendersi disponibile a realizzare e comunque fino a quando si convincerà anche per azione della spinta unitaria.
Per tutelare e garantire a pieno questi diritti crediamo sia necessario attuare ogni iniziativa possibile, compresa la possibilità che si realizzino misure urgenti di natura finanziaria e di sospensione dei pagamenti.
Proponiamo la realizzazione di un incontro con tutti gli attori istituzionali regionali, provinciali e comunali e quelli sociali per verificare come con risorse e strumenti regionali sia possibile far fronte alle urgenze ed alle anticipazioni necessarie in modo da affrontare concretamente il vuoto prodotto dai ritardi delle misure nazionali. Due, in particolare, potrebbero essere le misure utili: la convocazione di un tavolo con gli enti di riscossione ed il sistema bancario per concertare le misure utili ad evitare il tracollo finanziario delle imprese e delle famiglie ed un piano di anticipazioni che con risorse regionali realizzi in tutto o in parte le condizioni accordate per le aziende del Veneto già colpite dagli eventi dei mesi scorsi.
Abbiamo apprezzato la dichiarazione della Regione Basilicata che, dopo aver consumato con impegno e competenza ogni passaggio tecnico per istruire la richiesta di ordinanza legata allo stato di emergenza, abbia, poi, dato la propria disponibilità a far fronte con proprie risorse ad una parte delle somme necessarie senza fare ricorso alla “tassa sulle disgrazie”. Misure di questo tipo rafforzerebbero il consenso intorno alle iniziative indispensabili per convincere il Governo Nazionale a misure politiche di civiltà ed equità.