A oltre 14 mesi dallo stato d’emergenza che si ottenne in occasione dell’alluvione del 01 Marzo 2011, scendiamo nuovamente in campo con l’obiettivo di ottenere entro la fine del mese quanto ci è stato promesso dai due vicari, Mancusi per la Basilicata e Limongelli per la Puglia.I due soggetti attuatori, infatti, affermarono che entro tale data si sarebbero chiusi i lavori riguardanti la prima OPCM e l’integrazione alla stessa, per la Regione Basilicata, di quel milione di euro che il Presidente De Filippo aveva garantito il 01 Marzo scorso quando, una nostra delegazione, occupò il Dipartimento dell’Agricoltura.
La somma, sarebbe stata destinata alle aziende agricole maggiormente colpite e in difficoltà.
Cosa è successo in questi mesi. Iniziamo dalla Puglia che ottenne l’ordinanza solo il 5 gennaio scorso.
Con un documento ufficiale il vicario pugliese ha preso atto delle proposte avanzate dal Comitato e pur non definendo il cratere di rischio sul quale canalizzare gli interventi sottolinea, tuttavia, che i danni maggiori si sono avuti nella frazione di Marina di Ginosa.
Pertanto predispone dei 3 milioni di euro stanziati ultimamente dal Governo (che si aggiungono a 1,6 milioni di euro messi in campo inizialmente dalla regione Puglia), che:
- il 47% venga destinato a lavori nuovi riguardanti la messa in sicurezza del territorio (argini, strade, etc.),
- il 27% vada a costituire un fondo che venga destinato alle famiglie maggiormente colpite (in cifre ca. 1.200.000 €)
- e il 24% al rimborso di quegli Enti che hanno anticipato risorse (es. Comuni).
Il comitato premettendo che considera adeguato il riparto ha tuttavia sentito l’esigenza di inviare a Limongelli due osservazioni.
La prima riguarda la parte che fa riferimento alle aziende agricole. Nel documento non si fa alcun riferimento alle aziende agricole se non nella formula che per tale settore si rimanda alla L. 102 ossia una legge che permette agli agricoltori di accedere a un fondo che tuttavia, ad oggi, risulta privo di risorse perchè non viene mai finanziato. Pertanto rimane ferma la nostra volontà che oltre ai ristori alle famiglie vengano trovate risorse anche per le aziende agricole colpite.
La seconda osservazione riguarda invece le abitazioni maggiormente colpite. Il comitato chiede che vengano accertati i danni sulle abitazioni di residenza e che ne abbiano diritto non solo le famiglie che hanno ottenuto formale richiesta di sgombro ma anche quelle che pur avendo deciso di non pesare sulle casse comunali trovando altri alloggi, si trovano nelle medesime condizioni delle prime.
La Basilicata rimane ahimè fanalino di coda pur avendo ottenuto l’OPCM il 26 novembre 2011.
Le problematiche sono sia tecniche che economiche.
Innanzitutto ricordiamo che i 14,5 milioni di euro determinati congiuntamente da Governo e Regione devono essere obbligatoriamente utilizzati per i lavori di messa in sicurezza del territorio per due ragioni: i 7,5 milioni di euro stanziati dalla regione provengono da un fondo comunitario che necessariamente deve essere destinato per lavori che riguardino il territorio e quelli del Governo nazionale anch’essi destinati alla messa in sicurezza. Poichè per cambiarne la destinazione d’uso occorrerebbe modificare una leggere comunitaria e una nazionale capite bene che l’unica strada è l’integrazione di somme come peraltro previsto dalla stessa OPCM e da noi sempre ribadito.
A aggravare questo stato di cose vi è poi la triste notizia che i 7 milioni di euro del Governo non sono mai arrivati e lo stesso Monti, rendendosene conto, ha prorogato di un altro anno lo stato d’emergenza. Se tale atto non fosse stato fatto avremmo corso il rischio di perdere anche queste risorse.
Quindi, morale della favola, ad oggi esistono solo i 7,5 milioni di euro inizialmente stanziati dalla Basilicata perchè neanche il Milione di euro promesso da De Filippo non c’è ancora.
Le uniche notizie positive sono quelle che vedono la regione realizzare un piano di riparto delle risorse destinandole in modo prevalente a lavori di sistemazione degli argini dei fiumi Bradano e Basento nonchè la possibilità di affidare gli stessi, attraverso convenzioni, alle aziende agricole.
Che fare. Abbiamo deciso di continuare la lotta. Non ci arrenderemo fino a quanto lo stato di diritto non verrà applicato.
Iniziamo, quindi, nuovamente lo sciopero della fame ad oltranza con la partecipazione di un agricoltore del metapontino, Mimmo Prencipe e lo stesso portavoce Gianni Fabbris, a Metaponto Borgo questa volta in quella che fu la vecchia sede operativa del COM nei primi giorni dell’alluvione e dove ha sede la delegazione comunale di Bernalda. Nei prossimi giorni vi aggiorneremo sullo stato dell’arte.