Quale è il provvedimento di indennizo? Dove trovo i materiali?

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Lo Stato ha messo a disposizione un contributo economico per i cittadini colpiti da calamità – eccezionali eventi meteorologici, alluvioni e frane – che si sono verificate a partire da maggio 2013. I contributi – per danni alle abitazioni e alle attività economiche e produttive – saranno concessi attraverso un finanziamento agevolato e saranno a totale carico dello Stato, grazie all’attivazione di un credito di imposta. Questi contributi non riguardano i cittadini che hanno subito danni in seguito agli eventi sismici del 24 agosto nel Centro Italia.

Le risorse sono state stanziate con la Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016 che attua una disposizione della Legge di Stabilità n. 208/2015. Gli importi complessivi sono stati definiti sulla base della ricognizione dei fabbisogni, ovvero della quantificazione dei danni al patrimonio edilizio privato e alle attività economiche e produttive, realizzata dai vari Commissari delegati in seguito ad eventi calamitosi per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza. Nel dettaglio, la ricognizione dei fabbisogni è stata avviata per 49 stati di emergenza. In 40 casi la ricognizione è stata completata, con l’invio del dato al Dipartimento della Protezione Civile.

I cittadini che hanno subito danni alle abitazioni devono presentare la domanda entro il 29 settembre 2016 (4 ottobre per la Basilicata) al Comune dove si trova l’immobile danneggiato, compilando i moduli allegati alle ordinanze che definiscono – per ogni singola Regione dove si sono verificati gli eventi – le procedure per richiedere i contributi. Successivamente, Comuni e Regioni si occuperanno delle verifiche istruttorie quantificando poi gli effettivi contributi riconoscibili per ciascun evento. Ultimata la fase di verifica, una serie di delibere del Consiglio dei Ministri autorizzerà l’attivazione dei contratti di finanziamento agevolato.

In particolare, i contributi per il patrimonio edilizio abitativo sono finalizzati alla ricostruzione delle abitazioni distrutte o alla loro eventuale delocalizzazione; alla delocalizzazione di abitazioni non distrutte, ma con ordinanza di sgombero del sindaco; al ripristino delle abitazioni danneggiate o delle parti comuni danneggiate di edifici. Il contributo è previsto anche per il parziale risarcimento delle spese per la sostituzione o il ripristino di beni mobili distrutti o danneggiati delle prime case.

Nel caso di prima casa è concesso un contributo fino all’80% del valore risultante alla fine dell’istruttoria e comunque nel limite massimo di 187.500 euro, se questa è distrutta e quindi da ricostruire o delocalizzare. Se la casa è da risistemare il contributo è fino all’80%, nel limite massimo invece di 150mila euro. Nel caso di abitazione diversa da quella principale il contributo scende al 50%, nel limite massimo di 150mila euro, sia essa distrutta o da risistemare. Per le spese di demolizione dell’immobile da ricostruire o delocalizzare è inoltre concesso un ulteriore contributo fino a 10mila euro.

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Tutti i materiali (testi di legge,  documenti, modulistica e allegati nelle pagine del Portale del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche dove soro riportati sia i documenti nazionali che quelli per la Basilicata e la Puglia.